Moonwatch 2018
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C’è chi ci vede questo: “Una solitudine pura e una pace profonda. Le cose migliori che la luna possa offrire agli uomini” (cit. Haruki Murakami), c’è chi l’ha vista come terra di conquista e chi ancora la studia tecnicamente o più semplicemente c’è chi le alza il calice e brinda con lei. È la Luna; l’unico corpo celeste in tutto l’Universo su cui l’uomo abbia posato il piede.
Vale la pena osservarla, anche se una faccia ce la tiene sempre nascosta. Quello che vediamo è comunque uno scenario ogni volta diverso che cambia aspetto in base alla luce che le arriva dal Sole o dalle ombre impresse nei crateri. Ne osserviamo i mari cercando di individuare i siti dei vari allunaggi, cerchiamo di individuare le catene montuose e di scoprire fin dove arrivano i raggi causati dall’impatto dei meteoriti che hanno creato i crateri più grandi, o di capire la natura delle zone più chiare e brillanti ma, in fondo a tutti questi particolari c’è sempre il pensiero dell’uomo che fa quel piccolo passo ma un grande balzo per l’umanità e che, per la prima volta, ha visto il mondo dall’esterno viaggiando nello spazio.
La notte che quest’anno le è stata dedicata è stata quello dello scorso 20 ottobre. Chissà quanti telescopi erano puntati su di lei e, tra tutti, c’erano anche i nostri che come raramente accade, hanno attraversato un cielo limpido riportandoci immagini spettacolari.
Rinnoveremo il nostro appuntamento con “la notte internazionale della Luna” il prossimo anno, nel frattempo non smetteremo di osservarla, studiarla e scoprirne curiosità.
kc