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Cosa sappiamo del segnale radio di Proxima Centauri

Lo scorso 18 Dicembre il quotidiano britannico The Guardian, grazie alle rilevazioni effettuate dal radiotelescopio australiano Parkes, ha riportato la notizia di un enigmatico segnale radio proveniente dal sistema di Proxima Centauri, la stella a noi più vicina.

La domanda se siamo soli nell’universo ha da sempre affascinato l’uomo, tanto che ci si è lasciati andare a commenti e titoli riferiti ad eventuali popolazioni aliene in contatto con la Terra.

In realtà, il segnale soprannominato BLC-1, che sta per Breakthrough Listen Candidate-1, è al 99,9% un’interferenza umana. E’ quanto sostiene Pete Worden, direttore esecutivo dell’organizzazione, che ha rilasciato la sua intervista a Scientific American.

La trasmissione, a una frequenza di 982,002 megahertz, è apparsa in cinque periodi di 30 minuti per diversi giorni, limitata ad un campo di 16′ di larghezza, ossia circa la metà delle dimensioni della Luna piena.
Secondo quanto diffuso nelle informazioni pubbliche, il segnale è stato concentrato in una gamma di frequenze estremamente ristretta, segno distintivo di un segnale artificiale diverso dalle sorgenti radio naturali ad oggi conosciute.

Una trasmissione monotona con un valore intero di MHz che suggerisce un’origine umana, non modulata in modo da trasmettere informazioni complesse, la cui frequenza è aumentata nel corso delle osservazioni.

Tuttavia, poiché nulla dev’essere lasciato al caso, i ricercatori stanno lavorando intensamente per cercare di scovare la fonte di BLC-1 e per divulgare attraverso due articoli i dettagli della vicenda.

Del resto la posta in palio è elevata. La remota eventualità che il segnale provenga da abitanti alieni è qualcosa di troppo importante per non scavare a fondo in quel 0,1% rimanente.

Il fatto che il segnale sia con molta probabilità di origine umana non deve scoraggiare, ma invogliare a perfezionare i parametri di ricerca e rendere le ricerche future più efficienti.

Secondo il team, a prescindere, si tratta del segnale più interessante da quello catturato nel 1977 dal Big Ear Radio Telescope (Il segnale Wow!), la cui fonte è stata probabilmente identificata recentemente.

Fonte: geomagazine.it - Renato Sansone

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